Dopo tre lunghi anni, siamo agli inizi del 1888. Talia riappare inaspettatamente, sempre a Torino, al teatro Vittorio Emanuele nello spettacolo della soprano Lydia Torrigi-Heiroth. Quest’ultima in attesa di una scrittura per un nuovo impegno all’estero si esibisce con due rappresentazioni de Il barbiere di Siviglia. Durante la prima serata, qualcuno nota nel pubblico la presenza della famosa Luè che viene invitata a cantare. Talia trepida e la tentazione a volersi esibire di nuovo è grande. Un po' titubante viene incoraggiata dai presenti. Per finire nello stesso spettacolo le due artiste si alternano a vicenda e il successo è tale da richiedere il prolungamento dell'evento per altri due giorni e termina con una beneficiata a favore di Talia che canta in chiusura Le gioie dell'amore un valzer brillante di Arditi.
Rassicurata dal successo ottenuto, dopo quattro mesi di apparente inattività, Talia Luè accetta di esibirsi al
Teatro NUOVO di Napoli.

Il 06.07.1889 si esibisce in Zerlina nel Fra diavolo ottenendo un buon successo vedi qui sotto il giudizio critico delcorrispondente del periodico IL MONDO ARTISTICO:
Due settimane dopo, il 18.07.1889 si esibisce nel Rigoletto.
Anche se tutti i giornali d'agenzia non lo notavano, il critico d'arte, del
TEATRO ILLUSTRATO che doveva conoscerla molto bene, si esprimeva così :
Davanti all'evidente realtà Talia si arrende. Ora è pienamente convinta di non essere più in grado di sostenere, come prima, le lunghe e reiterate esibizioni del suo repertorio. Siamo nel 1889 e Talia ha da poco compiuto i 35 anni.
Anche se non celebre come la diva
Patti, nella sua breve e intensa attività, la Luè è stata una cantante il cui successo personale era assicurato ad ogni evento anche nell'interpretazione di opere liriche di scarso valore. Dalle nostre ricerche Talia Luè, appare come una valente artista. Una prima donna che ha saputo guadagnarsi la sua fama, interpretando con successo le opere del suo repertorio a modo suo, adattandole alle sue capacità vocali ed esibendole con estrema passione per il piacere dei suoi numerosi ammiratori. Da non dimenticare la sua generosita che la portava spesso a destinare un quarto del ricavato della sua esibizione ad opere di beneficienza.
Tutto si può dire su di lei, ma nulla potrà mai offuscare
il suo enorme successo ottenuto, peraltro ben documentato nelle seguenti pagine.

-- I ringraziamenti per l’aiuto ricevuto, vanno: allo scrittore Giorgio Mangini e al signor Emilio Medici del Civico Museo Teatrale "Carlo Schmidl" di Trieste.--